TREKKING IN TRENTINO TRA MONUMENTI E PANORAMI ALPINI

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Pubblicato da Daniela Sbardella

28 Feb 2019 - 09.59

Di Daniela Spaziani

Come da tradizione, anche a luglio di quest’anno siamo partiti per un trekking di più giorni, meta: Chienes (BZ). Situata nella Val Pusteria (conosciuta anche come la valle verde), Chienes sorge a 748 m s.l.m., attraversata dalla Strada del Sole e dal fiume Rienza (lungo km. 90). E’ ben collegata alle altre località sia vicine che lontane tramite vari mezzi di trasporto: auto; bicicletta; autobus; treno e per noi escursionisti, piedi. Siamo immersi nella natura e ovunque volgiamo il nostro sguardo possiamo godere della vista delle montagne. I direttori di gita sono: AE/EEA L. Roma; AE/EEA M. De Nardis; OSTAM R. Spaziani e Dir. Di Esc. M. Cardaci e sono supportati da M. Antonucci e A. L. Bommattei. Il nostro gruppo è numeroso e per spostarci più agevolmente, è stato noleggiato un pullman, anche se è stata data la possibilità, a chi volesse, di utilizzare mezzi propri, così come per le escursioni, si è lasciati liberi di decidere ad ogni partecipante come trascorrere la giornata, ovvero: seguire le varie attività da programma o gestirsi autonomamente. Giunti in serata, ci sistemiamo nelle camere ed in attesa della cena, facciamo un piccolo giro per il paese. Verso monte, si trova la chiesa parrocchiale SS. Pietro e Paolo, una costruzione tardo-gotica con opere di Josef Renzler e Stadler e più in alto si giunge al bivio della distilleria di olio di pino mugo (Paul Tschurtschenthaler fa derivare il nome Chienes dalla parola „Kein“, che significa legno di pino silvestre) ed al Laghetto d’Issengo con Parco Avventura Kronaction. La mattina dopo, ci rechiamo in pullman a Terento (con più di 2000 ore di sole l’anno è soprannominato il paese del sole). C’incamminiamo lungo il “Sentiero dei Mulini” per una passeggiata nella regione Plan de Corones dove possiamo visitare diversi antichi mulini da grano ad acqua, vecchi anche più di 500 anni che sfruttano la forza motrice del torrente Terner. I mulini lungo questo sentiero tematico sono stati restaurati con cura e ricostruiti in modo originale. Camminando è possibile ammirare le “Piramidi di terra” formatesi a seguito di un’erosione circa 170 anni fa con materiale di depositi morenici dell’ultima glaciazione di circa diecimila anni fa. Il livello di difficoltà di questa escursione è T/E per un dislivello di m. 300 circa. Dopo una piccola pausa pranzo a Terento, ci dirigiamo a piedi verso San Sigismondo (escursione T/E- disl. M. 400), frazione di Chienes dove è possibile ammirare la chiesa parrocchiale che presenta un polittico della scuola Donauschule risalente al 1440. Alla fine di questa bella giornata, ci rilassiamo al laghetto naturale d’Issengo ricco di fauna e flora, dove è anche possibile farsi un bel bagno. Dopo esserci rigenerati al lago, si torna in albergo dove ci rilassiamo in sauna. Ceniamo e dopo la consueta riunione dove ci viene illustrato dagli accompagnatori, il programma per l’indomani e dopo qualche chiacchiera, si va a nanna. Eccoci quindi a martedì 24 che ci vede impegnati in un’escursione di tipo E sul monte Telegrafo (m. 2486) con un disl. di m. 600 circa. Bellissime composizioni intagliate nel legno, a cui vengono scattate numerose foto ricordo, si trovano lungo questo percorso. Non mancano qui, certo, fonti d’ispirazione per i fotografi: flora e fauna sono le loro muse ma anche le nostre compagne di trekking. Vorrei potervi descrivere a parole la bellezza di questo paesaggio che ti scalda il cuore e non è solo la maestosità delle montagne, ma è tutto l’insieme: stai camminando sei stanco ed accaldato e dopo un entusiasmo iniziale ormai consumato dalla stanchezza, ti stai chiedendo “Ma chi me l’ha fatto fare?! Quanto mancherà all’arrivo?” Allora sollevi lo sguardo in cerca della meta, ti guardi intorno ed è allora che i tuoi occhi si posano sul cielo e senti il vento ed il sole accarezzarti il viso e per qualche istante accecato dai suoi raggi chiudi gli occhi e senti le mille voci della natura. Non mancano luoghi di ristoro, le malghe dove la cameriera si volterà solo al richiamo di Frau (‘signora’ in tedesco: ci troviamo in una regione italiana ma bilingue) a cui poter ordinare specialità locali come Tiroler Knödel – canederli tirolesi; Germknödel – gnocco dolce lievitato e ripieno di powidl (composta di prugne) coperto con zucchero e semi di papavero; Tiroler Gröstl – patate arrostite con speck, carne e uova e da non perdere, l’Apfelstrudel – strudel di mele. Il giorno dopo, mercoledì: Parco naturale Fanes – Senes – Braies, questa volta il gruppo si divide in due: il primo decide per un giro ad anello lungo il lago di Braies (m. 1580) con visita alla Malga Foresta (m. 1594), una turistica con un disl. di m. 200 circa mentre un secondo gruppo opta per una traversata (S. Vigilio m. 1548 – Rif. Biella m. 2327), con difficoltà E e con un disl. di m. 850 circa, per poi ritrovarsi tutti al lago. Questo lago naturale, per il suo particolare colore, è soprannominato “Il lago smeraldo”. Una leggenda racconta che dei cercatori d’oro per mettere al sicuro il proprio tesoro dai pastori che cercavano di rubarglielo, aprirono delle fontane sotterranee, dalle cui acque si formò il lago e ve lo nascosero. Braies si trova ad un’altezza di 1.496 m s.l.m.; ha una superficie di circa 31 ettari (è il lago naturale più grande delle Dolomiti), una lunghezza di 1,2 km, è largo 300 - 400 m, una profondità massima di 36 m e la sua riva raggiunge i 3,5 km. Eccoci a giovedì . Anche quest’oggi si formano due gruppi: il primo affronta un percorso di difficoltà E con m. 400 circa di dislivello presso le Cascate di Riva dette anche di San Francesco, contornato dallo spettacolo naturale di Campo Tures e sono guidati da R. Spaziani e Marco Cardaci, il secondo, accompagnato da L. Roma e M. De Nardis, da Campo Tures percorre un suggestivo itinerario tra cascate ed alpeggi per giungere al Rif. Roma (m. 2274) ed al lago di Gran MalerSee (m. 2501) con una difficoltà E e un disl. di m. 1000. Con circa 2.000 abitanti, Campo Tures è il capoluogo dell’omonimo comune. Si estende a 864 m s.l.m nel parco naturale Vedrette di Ries-Aurina. In questo parco nasce il Rio Riva, un affluente dell’Aurino, che percorre la valle Riva e la gola Tobel profonda ben 100 m. Sono tre le cascate, la più bassa ha un salto di 10 m, mentre le altre due hanno un salto di ben 50 m. La cascata più alta, a differenza delle altre, è stata creata artificialmente per produrre energia elettrica. Venerdì 27 luglio, lo dedichiamo al turismo: visitiamo Innsbruck il cui centro storico racchiude 800 anni di storia, attraverso i suoi monumenti, come il Tettuccio d’Oro ad esempio, loggia dell’Imperatore Massimiliano I, testimone di tornei cavallereschi o il Palazzo Imperiale dove si organizzavano feste sontuose; il Castello di Ambras; ecc. Sabato una ciclo escursione di difficoltà media accompagnati da M. Cardaci e R. Spaziani. Affittiamo tutti una bici e ci attrezziamo con guanti e caschi protettivi. Partiamo da San Candido e percorriamo una pista ciclabile che collega il paese a Lienz (Austria) e si, per la prima volta nella mia vita supero il confine italiano in sella ad una bici. Arriviamo così in Austria dove lasciamo le bici prese in prestito, alla stessa ditta che le riporta indietro. Naturalmente dopo una foto di gruppo a testimoniare l’impresa. Lienz, chiamata anche “Perla delle Dolomiti“, è stata costruita nel Duecento e deve il suo nome al ponte (in tedesco “Brücke“) che attraversa il fiume Isel ai suoi piedi. la Vetta d’Italia (m. 2912) montagna delle Alpi Orientali, punto più a nord della nostra penisola. L’escursione presenta una difficoltà EE+ ed un disl. di m. 1500 circa. Arriviamo a domenica, un primo gruppo si dirige a Monte Specie (m. 2327) ed è condotto da L. Roma e M. De Nardis, l’escursione presenta una difficoltà E con un disl. di m. 500 circa ed il secondo gruppo affronta un’escursione di diff. EE con disl. di m. 900 circa ed è guidato da M. Cardaci e R. Spaziani con meta Picco di Vallandro (2.839 m s.l.m.), una delle vette panoramiche più belle delle Dolomiti. Lunedì: la nostra meta è Monte Paterno (m. 2746), una turrita montagna rocciosa che è stata campo di battaglia nella prima guerra mondiale e che si trova a sud est delle Tre Cime di Lavaredo “… nell’azzurro del cielo; stagliate dentro l’oro e il fuoco, …” (Pascoli). Formatesi da roccia calcarea sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Martedì ultimo giorno di soggiorno: Roberta e Marco conducono un gruppo nella visita della Valle Aurina: il pullman li accompagna sino a Casere, dove è situato una struttura informativa del Parco Naturale Vedrette di Ries-Aurina. Il piano terra ospita l’Ufficio turistico di Predoi e un’esposizione sull’artigianato artistico e l’agricoltura dell’alta Valle Aurina. Inoltre vengono presentati i parchi naturali dell’Alto Adige. Un plastico tridimensionale riproduce fedelmente la Valle Aurina. Memmina e Luciano, invece , con Maria D’Ercole, sono impegnati in un’escursione sulla Vetta d’Italia (m. 2.912, montagna delle Alpi Orientali situata al confine tra Austria e Italia. È stata tradizionalmente considerata il punto più a nord d'Italia, sebbene tale primato spetti alla cima della Testa Gemella Occidentale, situata circa 400 metri più ad est e 100 metri più a nord.). Imboccano un sentiero che percorre la Valle Aurina e che permette di sostare in punti di ristoro dove degustare prodotti caseari e salumi gustosissimi. L’indomani dopo colazione, ricarichiamo le nostre valige sul pullman e diamo l’addio a questi bei monti “sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali” (“Promessi sposi” di A. Manzoni). Si conclude così questa splendida vacanza che ci ha regalato tanti bei paesaggi e mille emozioni.

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