La ciclabile dei due mari
La Francia, dall'Atlantico al Mediterraneo
Agosto 2012

di Piero Lancia
piero.lancia@caifrosinone.it

Un'antica via di comunicazione sull'acqua, un'imponente opera di ingegneria dell'epoca, un patrimonio mondiale dell'UNESCO. Il Canal du Midi, insieme al canale laterale della Garonna, collega il Mediterraneo all'oceano Atlantico.

Canal du midi



Canale della Garonna


Chiusa Saint Sernin
Il dislivello, peraltro modesto (il punto più alto non raggiunge i 200 metri sul livello del mare), è superato per mezzo di una serie di chiuse.

I platani lungo il Canal du Midi









Iniziato nel Seicento e terminato nell'Ottocento, il canale fu abbandonato, a scopi commerciali, dopo la costruzione della ferrovia. È tornato a nuova vita col turismo: sono in tantissimi a percorrerlo in barca o in bicicletta. Le alzaie sono state sistemate come pista ciclabile. Il percorso è oltremodo piacevole, quasi sempre all'ombra dei platani, spesso in duplice o anche triplice filare.


Bordeaux
Bordeaux, Pont de Pierre
Bordeaux è una città piacevole da visitare; merita il tempo che gli si può dedicare. Il ciclista si trova bene, con diverse corsie riservate alle bici; anche sullo storico Pont de Pierre c'è la pista ciclabile.

Il lungo Garonna è estremamente adatto per una passeggiata a piedi o in bici: gli spazi sono ampi e ben curati. La maggior parte delle persone si ritrovano davanti alla storica Piazza della Borsa, dove anticamente c'era la dogana e, appunto, la borsa delle merci che arrivavano via mare. Nelle giornate di caldo, l'attrazione principale per i passanti è lo spazio antistante la piazza dove, dal piano, viene spruzzata acqua vaporizzata, per il divertimento di grandi e piccini.

Bordeaux, Place de la Bourse



Bordeaux, Place de la Bourse


La ciclabile Roger Lapébie, da Bordeaux a Fontet
Ciclabile Roger Lapébie
La pista ciclabile lungo il canale comincia a circa 80 km da Bordeaux. Per raggiungerla si percorre la ciclabile Roger Lapébie, realizzata sul tracciato di una ferrovia dismessa.

Ciclabile Roger Lapébie








Dal centro città si passa sulla riva destra orografica della Garonna (sinistra nel nostro senso di marcia) traversando il Pont de Pierre o il Pont St. Jean, entrambi hanno una corsia per le bici: si procede parallelamente al fiume fino all'inizio della ciclabile, sempre ben segnalata.


Il percorso è molto piacevole, in falsopiano, attraverso le vigne che hanno reso celebri questi luoghi. Alcune vecchie stazioni sono state trasformate in bistrot, ai tavolini siedono i ciclisti della domenica. Lungo il percorso ci sono piccoli centri, raggiungibili con brevissime deviazioni. Sono le cosiddette bastide, paesi costruiti durante la dominazione inglese, in periodo medievale, caratterizzati da una piazza quadrata, dove sorge la chiesa, il municipio e, a volte, il mercato coperto: intorno alla piazza, si annidano le strade concentriche, a disegnare quadrati sempre più grandi.

La ciclabile Roger Lapébie termina a Sauveterre en Guyenne, proprio di fronte alla porta sud.
Sauveterre de Guyenne


Traversato il centro storico si prosegue per strade di campagna, con qualche saliscendi, fino a La Réole, ci si affaccia sulla Garonna e si raggiunge il canale vicino la chiusa di Fontet. Per questo ultimo tratto è consigliabile seguire le indicazione della guida citata nelle Informazioni pratiche. Per accorciare il percorso, si può raggiungere il canale prendendo il treno a Bordeaux.

Il canale laterale della Garonna, da Fontet a Tolosa
26 km a Tolosa
Da Fontet a Tolosa si segue sempre il canale, senza alcuna possibilità di dubbio sul percorso da seguire, per 180 km. In corrispondenza dei ponti e delle chiuse ci sono cartelli che riportano anche il chilometraggio.

Canale della Garonna










Il percorso è ovviamente tutto pianeggiante: soltanto in corrispondenza delle chiuse c'è un breve strappo in salita per superare il modesto dislivello, basta prendere un po' di abbrivio, due pedalate fuori sella e la chiusa è superata.

La chiusa n. 42, la Gaule
Poi ci si può fermare: le chiuse sono spesso dei luoghi gradevoli, con la fontanella di acqua potabile, un giardino, le panche e i tavolini, le aiuole fiorite; qualcuna è stata risistemata come punto di ristoro. Ci si ferma anche a guardare le operazioni un po' più laboriose a cui sono costrette le barche per superare il piccolo dislivello.

Canale della Garonna



Poi si riprende il percorso in piano, sotto una fila continua di platani, che danno un'ombra molto gradevole nelle giornate d'estate, che nel sud della Francia sono piuttosto calde. Si rischia soltanto di farsi sopraffare dalla monotonia: allora bisogna abbandonarsi al ritmo tranquillo della pedalata e assorbire lentamente la pigrizia di questi luoghi.


La Garonna



A pesca sul canale


Ogni tanto si devia per i paesi e le cittadine che costeggiano il canale, tutte di impianto medievale, se non altro per cercare qualcosa da mangiare. Non bisogna perdere la deviazione per Le Mas d'Agenais, nonostante la salita, non lunga ma necessaria a raggiungere la piazza e il suo antico mercato coperto: nella chiesa di Saint Vincent, spicca una Crocifissione di Rembrandt.

Moissac, il chiostro
A Moissac, da visitare l'abbazia di Saint Pierre: la chiesa con il suo grande portale e il timpano su cui sono scolpite le immagini dell'Apocalisse di San Giovanni; a fianco il chiostro che i francesi, nella loro proverbiale modestia, definiscono il più bello del mondo: è famoso per i suoi capitelli scolpiti, con scene della Bibbia.

Moissac, il porto







Un'altra particolarità del percorso sono i ponti-canale. Il canale è nato come una via di comunicazione: quando i lavori di costruzione incontrarono delle irregolarità del terreno furono costruiti dei ponti, spesso per superare piccoli affluenti della Garonna.

Agen, il ponte canale
Ad Agen, invece, il ponte scavalca proprio la Garonna stessa: quindi le barche salgono con la chiusa sul ponte e lo passano, traversando così il fiume.

In bici si passa sul ponte, da un lato hai le barche che navigano sul canale, dall'altra ti affacci dal parapetto e sotto c'è il fiume.

Perlomeno singolare!



Tolosa
A Tolosa termina il canale laterale della Garonna e comincia il Canal du Midi.

Ai ponti gemelli
C'è un piccolo bacino dove confluiscono i due canali. Il luogo è conosciuto come Les Ponts Jumeaux (i ponti gemelli): in effetti i canali, al chilometro zero, sono sormontati da ponti uguali tra loro. Una curiosità che certamente interessa il ciclista che viaggia lungo i canali.






Tolosa, Pont Neuf
Tolosa è città amica dei ciclisti. Ci si muove molto agevolmente in bici seguendo la rete di percorsi ciclabili cittadini: così il servizio di bike sharing ha un gran successo e si vedono tantissime bici pubbliche in giro per le strade.







Tolosa, il Capitole
La città vale certamente una sosta da dedicare alla visita, girando per le sue strade in sella alla propria bici, con molta facilità e in tutta sicurezza.

Tolosa, il porto














Il Canal du Midi, da Tolosa a Sète
Il Canal du Midi porta da Tolosa alle rive del Mediterraneo, per l'esattezza il canale si getta nell'Etang de Thau, lago costiero separato dal mare da una striscia di dune sabbiose. Da lì, un bel percorso ciclabile porta fino a Sète, cittadina portuale e di villeggiatura, dove termina il nostro itinerario.

Seuil de Naurouze
I primi cinquanta chilometri circa sono asfaltati e ben attrezzati come pista ciclabile e portano fino al Seuil de Naurouze, spartiacque tra Atlantico e Mediterraneo. Arrivati qui vale la pena fare la brevissima deviazione per visitare il sito, un luogo di natura davvero gradevole; è anche un luogo simbolico per la sua posizione geografica, tanto è che le due chiuse più prossime, a nord e a sud, si chiamano rispettivamente la chiusa dell'Oceano e la chiusa del Mediterraneo: ora si va verso il mare e quindi tutte le chiuse sono in discesa.

Seuil de Naurouze
Da qui in avanti il percorso lungo il canale è quasi sempre sterrato, spesso il fondo è di terra battuta molto scorrevole, a volte ci sono pietre e radici che rendono disagevole la pedalata: soprattutto è sconsigliato in periodi di forti piogge, ma non è stato davvero il caso nostro.

Colori della campagna



Quello che cambia, lentamente, quasi inavvertitamente, sono i colori: spicca il giallo dei girasoli, l'acqua prende sempre più i toni dell'azzurro, la terra bruna è riarsa dal sole.

Colori del mezzogiorno





I platani sono sempre presenti, spesso anche in doppia fila ma ora lasciano il posto, di tanto in tanto, ai pini marittimi, ai cipressi; la macchia mediterranea riempie i vuoti a bordo canale.



Girasoli



Verso il Mediterraneo


Carcassonne
Questa è terra di cultura occitana, ancora viva, con una lingua autonoma: si trovano nomi di strade in doppia lingua, ci sono scuole occitane. C'è anche un piatto occitano che non bisogna perdere: vale quindi la pena fare una sosta a Castelnaudary per mangiare il cassoulet. È pur vero che questo piatto è diffuso anche nei dintorni ma sembra che il migliore si mangi qui.
La signora che ci ospita ci consiglia un locale e io mi permetto di citarlo. Il Petit Gazouillis è un locale curato, pochi tavoli tutti prenotati. Un menù completo che comprende il cassoulet costa quindici euro, poi però bisogna abbinargli un vino rosso di spessore.

Carcassonne
Non si può passare da Carcassonne senza visitare la Cité. Il profilo delle mura merlate e delle torri fa impressione già da lontano. Quando ci si avvicina è tutto un formicolare di turisti che cercano parcheggio nei dintorni, pullman turistici in sosta. Si entra nella porta, si ammira la doppia cinta muraria, si resta piccoli e immobili sotto i grandi torrioni; poi ci si addentra nelle viuzze medievali. Neanche il fiume di folla che le percorre riesce a cancellare la sensazione di trovarsi in un altro tempo, o forse su un set cinematografico.

Saponi di Provenza



Le botteghe sono ormai tutti negozi per turisti, si trovano erbe provenzali, si sente l'odore della lavanda, saponette dai mille profumi e dai mille colori fanno bella mostra sulle bancarelle.




Si riprende il percorso sul canale: sulle rive ci sono delle agavi, antichi ponti in mattoni, case ben ristrutturate che specchiano nelle acque le loro imposte dipinte.

Le Somail



Le Somail
Pont de Pigasse



Canal du midi

Il canale si lascia ad Agde: una cittadina caotica, multirazziale, di un sud che sembra meno incline ad usare la bicicletta. Poco più avanti si passa per Marseillan Plage e i suoi insediamenti turistici balneari dove però c'è una pista ciclabile ben realizzata.

Spiaggia di Marseillan
Ci si lascia alle spalle gli ultimi villini e la ciclabile imbocca una striscia di terra tra il mare e il lago costiero: sembra un po' il lungomare di Sabaudia, un po' meno bello, però su questa linea di sabbia non ci sono auto, solo pedoni e ciclisti.

Allora è un attimo: decidere di fermarsi sulla spiaggia, guardarsi intorno e vedere che c'è soltanto una signora a passeggio con un cagnolino, restare un attimo incantati, poi tuffarsi e finire questo viaggio con un bagno a mare.




Informazioni pratiche.
Per documentarsi sul percorso c'è una abbondante documentazione sul Canal du Midi, sia in libreria che su internet. Consiglio il sito dell'associazione cicloturistica di Tolosa toulousevelo.free.fr (in francese); qui si possono anche ordinare (fare clic su Guides de Balades) le due guide del percorso: Guide n°1 -A vélo le long du canal du Midi, des rigoles et du canal de la Robine e Guide n°2 Bordeaux-Toulouse à vélo en Gironde et le long du canal de Garonne, al costo di 7 euro l'una. Per chi legge almeno un po' di francese, contengono le informazioni pratiche essenziali: da non trascurare, l'elenco di tutte le fontanelle di acqua potabile e le toilette pubbliche lungo il percorso. La descrizione dei siti da visitare e delle attrazioni turistiche è ridotto all'osso ma può anche bastare: ognuno potrà integrarle come vuole, con un'altra guida turistica più voluminosa. Le cartine sono approssimative, ma non occorrono carte dettagliate perché il percorso lungo il canale è sempre evidente: la guida indica con precisione quando bisogna passare dalla riva destra alla sinistra, e viceversa. Sono presenti anche delle piantine dei centri più grandi che si attraversano.
Il percorso è lungo quasi 600 km ma tutto in piano: la difficoltà è data dai tratti di sterrato, tutti concentrati nella seconda metà dell'itinerario, quando sul fondo ci sono pietre o radici degli alberi che affiorano. Per abbreviare il percorso e risparmiare gli ultimi 50 km di sterrato, si può deviare in direzione Narbonne lungo il canal de la Robine. La ciclabile lungo il canale arriva comunque fino al Mediterraneo.
Abbiamo raggiunto Bordeaux in aereo; qui abbiamo affittato due bici ibride (VTC o Vélo Tout Chemin, come dicono i francesi) adatte per la strada sterrata, in ottimo stato a 10 euro al giorno. Da Sète siamo tornati a Bordeaux in treno per riconsegnare le bici e riprendere l'aereo. In Francia tutti i treni della TER (regionali), trasportano le bici ma il viaggio per tornare indietro è stato laborioso. C'è anche qualche Intercity che trasporta le bici: bisogna informarsi bene perché leggendo su internet non sembra così, o perlomeno mi sono confuso io.
Abbiamo prenotato i pernottamenti in anticipo (così raccomanda la guida, durante i mesi estivi) presso Chambres d'Hotes (i francesi non usano il termine B&B) raccomandate dalle guide citate in precedenza. Le sistemazioni sono state tutte magnifiche e l'accoglienza squisita (salvo in un caso) al costo di 60 euro per due persone, in camera doppia. Nelle città abbiamo prenotato alberghi low-cost (catena Etap): puliti, decorosi, impersonali.






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