La Borgogna
in bici, lungo il canale di Borgogna e il canale del Nivernais
Agosto 2014

di Piero Lancia
piero.lancia@caifrosinone.it

pedalando verso una chiusa
La prima parola che si associa alla Borgogna è il vino, giustamente famoso. Questa regione però ha realizzato anche una rete di piste ciclabili, lunga 800 chilometri, che permette di farne il giro completo, lungo i suoi canali: tutto l'itinerario è un po' troppo lungo, quindi l'ultima tappa l'abbiamo fatta in treno. Il percorso è pianeggiante sempre su vie verdi chiuse al traffico, i segni della storia sono ancora ben visibili sul territorio, il mangiare e il bere sono eccellenti.

La geografia
Una chiusa
I francesi, nel loro proverbiale nazionalismo, chiamano la Borgogna: "Sommet du monde occidental". Sommet si può tradurre cima, ma anche vertice, parola che lascia intendere un senso figurato, anche in italiano. I cugini d'oltralpe intendono riferirsi quindi all'antica storia di questa regione o ad una particolare conformazione geografica?

La gigantesca mano della creazione si è posata su questa terra pianeggiante, o appena ondulata, e ne ha sollevato un lembo con tre enormi dita: ogni dito ha lasciato un'impronta, disegnando così una valle. Le tre valli che si riuniscono in uno spartiacque tripartito, appena accennato, dolce come una collina, sono all'origine dei tre grandi bacini idrografici di Francia.

Digione, place de la Libération
Digione, punto di partenza del nostro viaggio, convoglia le sue acque nella Saona, a sua volta affluente del Rodano: le acque se ne vanno verso sud, verso i profumi di Provenza e il porto multietnico di Marsiglia. Auxerre, all'estremità nord del nostro percorso si specchia, con un profilo da cartolina, nell'Yonne che è un affluente della Senna. Le acque accarezzano i quai parigini, prima di dirigersi verso la Normandia. Decize, ultimo approdo delle nostre bici, è su uno sperone roccioso lambito dalla Loira: dalle sue rive immagino il corso del fiume che lega, come un filo, i ponti di Orleans, i celebri castelli, la natura selvaggia dell'ovest.

Auxerre



Decize e la Loira


L'affermazione dei nostri cugini francesi, allora, non è così esagerata: siamo davvero sul vertice del mondo occidentale. Da qui, seguendo il corso del fiume possiamo scendere al Mediterraneo, oppure arrivare sulle coste della Manica e al Mare del Nord o approdare alle rive dell'Atlantico. Da qui sembra tutto a portata di mano; o meglio, a portata di barca. Sì, perché qualche secolo fa qualcuno ebbe la felice intuizione: scavare i canali che avrebbero consentito la navigazione interna tra Mediterraneo, Mare del Nord e Atlantico, i tre grandi mari dell'Europa occidentale.

C'è chi la fa in barca
I dislivelli da superare erano modesti, la mano della creazione aveva appena increspato la superficie della terra: però, per fare ciò, fu necessario realizzare una serie di chiuse. Questa grande rete di comunicazione fluviale che permetteva di collegare Parigi a Marsiglia e a Nantes alimentò traffici e commerci almeno fino all'avvento della ferrovia.



Chatillon en Bazois
Quando queste strade d'acqua sembravano destinate al definitivo declino, qualcuno ebbe la brillante idea di riattivarle e destinarle ad un turismo su imbarcazioni da diporto.
Le chiuse tornarono a vivere del loro lavoro, alzare e abbassare il livello dell'acqua permettendo il passaggio delle barche.




Il canale del Nivernais
Qualcun altro si accorse di qualcosa d'altro, invisibile anche se sotto gli occhi di tutti. I canali erano fiancheggiati da piccole strade che corrono lungo l'acqua, strade silenziose, dove non passa nessuno se non gli eclusiers, gli addetti alle chiuse. Strade perfette per essere trasformate in percorsi ciclabili: verdi, lontane dal traffico motorizzato, pianeggianti.


L'ecluse de la Place
Le chiuse sono tornate a vivere: sia del loro antico scopo, cioè permettere il traffico fluviale, ma anche a punteggiare l'itinerario dei ciclisti offrendo a volte un ristoro, una sosta o soltanto un'indicazione chilometrica per sapere quanto manca alla prossima tappa. Sono piccole stazioni di posta con le aiuole fiorite, i muretti scrostati, i rampicanti: alcune sono abitate e hanno i panni stesi ad asciugare e gli animali da cortile.

alla chiusa di Vandenesse en Auxois
Altre sono deserte: c'è un numero telefonico da chiamare e subito arriva un ragazzo trafelato che apre e chiude le paratie. In altre c'è qualcosa da bere e da mangiare, a volte si può comprare un oggetto di artigianato. Ogni chiusa è sempre un punto fermo, una tappa del nostro viaggio, una presenza, uno sguardo, un saluto, un attimo di rottura nel ritmo del nostro viaggiare. Ad ogni chiusa è finito un bief, termine con cui i francesi chiamano il tratto del canale tra due chiuse, e ne comincia un altro. Un segmento di viaggio si è chiuso alle nostre spalle e un altro sta per cominciare. La strada continua a scorrere sotto le nostre ruote.


Il canale di Borgogna
Digione, palazzo dei Duchi
Digione è il capoluogo della regione: merita il tempo di una visita per la bellezza del suo centro storico, raccolto intorno al Palazzo dei Duchi di Borgogna. Noi ci siamo stati in un sabato pomeriggio, la gente si affollava nelle vie pedonali del centro; i molti locali sempre pieni davano l'idea del buon vivere, che tanto piace ai francesi.



il canale di Borgogna
Il canale di Borgogna parte da qui per arrivare dopo 220 chilometri a Migennes, cittadina moderna sulle rive dell'Yonne. I primi chilometri sono su una piacevolissima pista ciclabile che costeggia il lago Kir: la domenica mattina è affollatissima di gente che va a zonzo, fa jogging, pattina, porta a passeggio il cane.

Un ponte sul canale
Fatto salvo questo primo breve tratto ben asfaltato, la ciclabile che costeggia il canale è sterrata: il fondo però è ben stabilizzato e abbastanza scorrevole.

Soltanto gli ultimi 40 chilometri presentano, a volte, qualche difficoltà quando la strada si riduce ad una traccia stretta e un po' malagevole con una bici carica di bagagli.


Tutto il percorso è in piano, ci sono piccolissimi dislivelli solo in corrispondenza delle chiuse o quando si incrociano le strade, in corrispondenza dei ponti sul canale. Fino a Pouilly, una sessantina di chilometri da Digione, le chiuse sono in salita; qui si scavalca lo spartiacque e si passa dal bacino idrografico del Rodano a quello della Senna: le chiuse sono ora tutte in discesa.

il canale di Borgogna
Il percorso è sempre gradevole, molto verde; il paesaggio è, a volte, molto bello.










Tonnerre
Lungo il percorso si incontrano cittadine antiche, in pietra, che rubano piacevolmente il tempo della visita.

È molto interessante fare anche qualche deviazione, per vedere qualche posto particolare.






Noi abbiamo quindi lasciato il canale per raggiungere Semur en Auxois, affascinante cittadina medievale, con le sue viuzze e le case a graticcio raccolte nelle mura e le antiche torri di guardia

a Semur en Auxois



a Semur en Auxois

Il centro è tutto nell'ansa del fiume Armancon; la vista suggestiva, che si vede nelle foto pubblicitarie, si gode da qualche punto posto all'esterno che non sono riuscito a trovare. Per questa deviazione bisogna calcolare 20-25 chilometri in più, su viabilità ordinaria anche se poco trafficata e con qualche breve salita.

il castello di Ancy Le Franc
Le altre deviazioni sono state brevissime: per visitare il castello rinascimentale di Ancy Le Franc, con interni molto ben tenuti e il lavatoio di Brienon sur Armancon:
la biblioteca
in questo angolo di Francia, ricco di acqua e pietra, gli antichi lavatoi sono stati restaurati e costituiscono una piccola attrazione turistica.

la sala del biliardo



Brienon sur Armancon, il lavatoio













Un altro bel lavatoio si trova a Tonnerre, cittadina interessante ad un paio di chilometri dal canale, dove ci siamo fermati per la sera.

Altri siti interessanti, a qualche chilometro dal canale, sono il museo-parco di Alesia, l'abbazia di Fontenay e il castello di Tanlay, che però non abbiamo visitato.

Il canale finisce a Migennes
Abbiamo percorso circa 250 chilometri, quasi tutti su sterrato, in cinque giorni, ad un ritmo tranquillo.

A Migennes abbiamo preso il treno per percorrere i 25 chilometri circa per raggiungere Auxerre dove comincia la seconda parte del nostro viaggio.






Il canale del Nivernais
Auxerre, antico quartiere della Marina



Auxerre, Cattedrale di Saint Etienne

Auxerre è una città di aspetto medievale che vale senz'altro una visita: noi abbiamo approfittato per fare un giorno di riposo.

Auxerre
Dalla riva destra dell'Yonne si gode una vista molto suggestiva sul centro storico, in alto sulla riva opposta del fiume.









Si riparte
Il percorso comincia proprio lì, sulla riva sinistra del fiume in direzione contraria alla corrente.

Si procede quindi "in salita", nel senso che le chiuse sono appunto a salire, ma il percorso è sempre assolutamente pianeggiante.

Un "bassin"




Il fondo stradale è tutto asfaltato e ben scorrevole. Se il canale di Borgogna era caratterizzato da una campagna aperta e coltivata, qui si entra in una ambiente caratterizzato dai boschi.

La valle si insinua attraverso formazioni rocciose che le conferiscono un aspetto austero e solitario. Il paesaggio è spesso di struggente bellezza.

Il canale del Nivernais
Un posto tappa interessante è Clamecy, cittadina di impronta medievale. La risorsa tradizionale di questi luoghi sono i boschi: il canale del Nivernais era la via di trasporto del legno fino a Parigi, si vedono ancora tante foto antiche di veri e propri convogli di zattere che discendevano il canale in direzione della capitale.




Tra le sedici chiuse



La Collancelle

L'ultimo dislivello verso la linea di displuvio è superato da una serie di sedici chiuse, una dopo l'altra; in bicicletta non è faticoso, vale la pena risalirle lentamente e ammirare i piccoli bacini immersi nel folto dei boschi.

L'etang de Baye

Dopo l'ultima chiusa, il canale passa nel tunnel della Collancelle, in bicicletta bisogna, invece, scavalcarlo, con ben poca fatica: si passa così nel bacino idrografico della Loira. Subito dopo si arriva all'Etang de Baye, bel lago affollato di barche da diporto.

il ponte sulla vecchia Loira a Decize
Ora la serie di chiuse è in discesa fino a Chatillon en Bazois, dominato da un austero castello. Continuando a scendere, il paesaggio si apre sempre di più e precede con lunghi tratti rettilinei. Il canale del Nivernais termina a Decize, cittadina arroccata tra la Loira e il suo braccio morto, un ramo del fiume ormai quasi secco ma scavalcato da un bel ponte.

autoscatto

Questo secondo canale è lungo 185 chilometri: lo abbiamo percorso in quattro giorni, prendendocela un po' comoda; in effetti si potrebbe fare in tre giorni senza sforzi eccessivi.







Da qui si può continuare lungo il canale laterale della Loira, affiancato anch'esso da una pista ciclabile. Noi, invece, abbiamo preso il treno per rientrare a Digione e chiudere così il Tour de Bourgogne.




Informazioni pratiche.
Digione è facilmente raggiungibile dall'Italia, con i treni notturni della società privata Thello che copre la tratta Venezia-Parigi. I viaggiatori provenienti da Roma (o altre città italiane) possono usufruire di un accordo tra Thello e Trenitalia che sconta il costo dell'Eurostar del 50%, acquistando il biglietto in soluzione unica: così, almeno, dice il sito di Thello ma in pratica non ci si riesce né da internet né in stazione; in agosto è facilissimo trovare un Roma-Milano a tariffa Super-economica, senza curarsi della fantomatica offerta, e così ho fatto. In aereo, invece, si vola su Lione: da lì si va a Digione in un'ora e mezza o due, con il treno.

Abbiamo affittato le biciclette a Digione presso Les Deux Roues Electriques http://www.les2roueselectriques.fr/: due bici ibride VTC (Vélo Tous Chemins) come dicono i francesi, in ottimo stato, al costo di 110 euro l'una per 15 giorni (anche se le abbiamo tenute qualche giorno in meno), complete di pompa, kit di riparazione, lucchetto e casco.

Per orientarmi nel viaggio ho usato al guida Le tour de Bourgogne à vélo, edizioni Ouest France, in francese: buona descrizione del percorso e guida essenziale alle località più interessanti, cartine un po' stringate ma comunque sufficienti perché il percorso è ben segnalato e sempre evidente.

Ho preso le informazioni necessarie a preparare il viaggio da questo libro e dai siti http://www.la-bourgogne-a-velo.com/ (in francese ma anche in inglese) e http://www.canal-du-nivernais.com/ (multilingua, anche italiano)

Abbiamo dormito in Chambres d'Hotes (i francesi non usano il termine B&B), sempre di buon livello e ben rifinite, ad un costo di 60-65 euro, per due persone, con la prima colazione. Ho prenotato da casa, salvo le ultime due notti che ho prenotato il giorno prima, senza particolari difficoltà. In due casi abbiamo anche cenato alla Table d'Hotes, cioè nella casa dove eravamo ospiti: si mangia insieme ai padroni di casa e ad altri ospiti, alcuni dei quali ciclisti anch'essi. Il costo è di 20-25 euro a persona: ci si serve dal piatto di portata che la padrona di casa prepara sempre in abbondanza; nel costo è compreso il vino e se la bottiglia finisce... se ne stappa un'altra.







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