La valle della Loira, da Orléans al mare
Agosto 2008

di Piero Lancia
piero.lancia@caifrosinone.it

Orléans, place de Martroi
C'è un posto della Francia dove tira sempre il vento: dall'Atlantico risale lungo la valle della Loira, fino ad Orléans o forse ancora più su ma questo non possiamo dirlo con certezza. Se lo avessimo saputo prima questo viaggio non ci sarebbe stato o almeno sarebbe stato diverso; ormai siamo qui, con le nostre biciclette.

Orléans, Cattedrale
Si comincia da Orléans e, inevitabilmente, da Giovanna d'Arco onnipresente per le vie della città. La facciata della cattedrale guarda a ponente e ci abbaglia, bianchissima, alla luce ancora forte del pomeriggio. Scendiamo alla Loira, come per cercare un primo contatto col fiume che ci accompagnerà fino all'oceano: le acque riflettono placidamente il verde cupo dei boschi dell'altra sponda, nella luce calda della sera.





Orléans, Cattedrale



Orléans - Thoury
I primi colpi di pedale fugano i dubbi della vigilia: l'itinerario è ben segnato, ci sono le corsie riservate alle bici, i francesi al volante sembrano rispettosi dei ciclisti.

Pronti alla partenza
In questa Francia rurale è frequente trovare lunghi tratti di campagna senza incontrare paesi: torna prepotente la preoccupazione di Giuliana di trovare da mangiare, anche perché oggi è domenica.

lungo la ciclabile
A Meung sur Loire c'è il mercato: si respira un'aria calorosa di paese, la gente fa salotto nelle stradine tortuose; le bancarelle offrono articoli per la casa e il giardino, dalle sporte spuntano i prodotti di questa campagna. Mi soffermo lungamente al banco dei formaggi; facciamo la fila per il pane e uscendo, ci viene quasi da mettere la baguette sotto l'ascella, sudata da ciclista.

Seguiamo la Loira, pedalando contro vento, fino a Muides sur Loire, dove deviamo per costeggiare il parco di Chambord: un alto muro di cinta, lungo ben 32 km contorna quella che fu la riserva di caccia di Francesco I. La visita al castello e al parco è rinviata a domani, per ora ci attende un gradevole appartamento in fattoria. Calano le ombre della notte: siamo persi nella campagna.


Thoury - Mosnes
Chambord
A colazione, M. Gerard, rudemente cortese, ci dà la dritta giusta: girare a destra alla freccia Canardière. Il castello di Chambord ci si presenta sullo sfondo, come uscito dalle illustrazioni di un libro di fiabe; percorriamo la sterrata che fiancheggia il canale, in perfetta solitudine ci godiamo il parco che lo circonda; dall'altro lato c'è il mercato, una moltitudine di auto e pullman, con il corollario di bancarelle e souvenir.
Chambord







arrivando a Blois








castello di Blois















il ponte di Blois
L'itinerario ciclabile continua fino a Chaumont: qui c'è un altro famoso castello, ma per oggi basta. L'itinerario segnalato sembra perdersi; proseguiamo lungo la statale, peraltro poco trafficata fino a Mosnes dove abbiamo prenotato presso una chambre d'hotes (i francesi non usano il termine B&B, peraltro universalmente conosciuto). Ad ogni modo, M.me Charpin ci colma di premure.
sul lungo Loira a Blois
















Mosnes - Tours
Amboise
Ancora statale fino a Amboise: la cittadina ha una spiccata vocazione turistica, a giudicare dalle stradine affollate, dalle vetrine, dal vociare degli italiani.

I francesi hanno uno spiccato culto per i grandi della loro storia, ma qui anche noi abbiamo da dire la nostra: passiamo sotto il castello, degnandolo di un rapido sguardo da lontano e dedichiamo il nostro tempo alla visita del Clos Lucé, la dimora di Leonardo da Vinci negli ultimi anni della sua vita. Le sale del palazzo rendono testimonianza delle occupazioni del genio italiano, ormai affermato, al servizio del re francese ma anche dei ritmi delle sue giornate. Nel grande, magnifico giardino ammiriamo una serie di modellini delle invenzioni leonardesche.

verso la valle della Cher

Lasciamo la Loira per fare un'altra deviazione: affrontiamo un percorso a saliscendi, ma almeno il vento lo prendiamo di fianco. Scendiamo nella valle del fiume Cher e raggiungiamo Chenonceau. Qui patiamo la prima grande delusione del nostro viaggio: la fila per entrare al famoso castello è interminabile e bisogna rinunciare. Perdiamo un po' di tempo per le vie del paese, in attesa del treno che ci porta a Tours.

L'alloggio è in ostello, pessimo, ma in compenso a due passi dal centro vitale della città, caratterizzato dalle antiche case a graticcio.

Tours, Place Plumerau



Tours - Langeais
Fiori di campo

Oltre Tours ricomincia il percorso della Loire à vélo, ben segnalato e messo in sicurezza. L'itinerario ci regala un prato sconfinato di fiori di campo, più avanti un'ansa della Loira apre uno scorcio panoramico sul paese di Savonnière, le case in pietra e il campanile affacciati sul fiume.






la bici di Giuliana
la Loira a Savonnière


i giardini di Villandry

Sosta al castello di Villandry, famoso per i suoi giardini: restiamo affascinati dalle stravaganti forme geometriche delle sue siepi, ma la cosa più divertente è scoprire che le geometrie multicolori non sono dovute alle variazioni cromatiche di fiori bensì di ortaggi: sono melanzane, sedani, radicchi e via dicendo a disegnare queste suggestive tessiture cromatiche.




i giardini di Villandry
i giardini di Villandry


il castello di Langeais

Facciamo un'altra deviazione e il profilo torna a movimentarsi a saliscendi; attraversiamo boschi dove ogni tanto scopriamo il parco di qualche altra residenza nobiliare, ma quanti sono questi castelli?

Arriviamo ad Azay le Rideau, con le sue stradine lastricate e il solito bellissimo castello con parco all'inglese annesso.

La tappa finisce a Langeais, dove alloggiamo in una chambre d'hotes, elegantissima, arredata in stile impero.




Langeais – Candes St.Martin
barche a Brehemont

La giornata comincia con una colazione meravigliosa, servita in giardino, e le chiacchiere del nostro compunto padrone di casa: parlo abbastanza bene francese e lo seguo facilmente, Giuliana invece non parla francese ma lo capisce lo stesso, perché "è come il napoletano"

Partiamo con la pancia piena, ridendo di gusto quando Giuliana ci fa l'imitazione di M. Santens che, in napoletano, decanta le sue brioche e le sue marmellate.

barche a Brehemont
Facciamo tappa a Brehemont sur Loire, dove ci mettiamo in attesa di un meccanico che provi a riparare la bici di Giacomo. Approfittiamo di questa lunga sosta per contemplare le barche dei pescatori locali: il fiume, immobile, riflette la luce del mattino, i piccoli scafi sembrano sospesi nel tempo.





il castello di Ussé

A Ussé c'è il castello della Bella Addormentata, sembra che Perrault abbia preso ispirazione da qui per scrivere la celebre fiaba; ci limitiamo all'esterno, si è fatto tardi, e proseguiamo con un bel percorso nel bosco. Saltiamo anche la prevista deviazione per Chinon e tiriamo dritto a Candes St. Martin. Il paese è delizioso, alloggiamo in una camera con vista sul fiume.

i girasoli


Per cena, sperimentiamo una crepèrie; il menu consiste in galette (base di farina di grano saraceno condita in vari modi), crèpe e sidro: usciamo un po' euforici.

Candes St. Martin



In questo ovest della Francia la notte arriva tardissimo; l'ultima luce del sole attraversa l'aria trasparente e la Loira è un palcoscenico d'argento su cui si staccano le nostre figure, le pietre levigate della banchina, la barca di un pescatore.

un pescatore della Loira
sulla Loira a Montsoreau


Candes St. Martin – Le Thoureil
Abbazia di Fontevraud
La mattina di Ferragosto ci sveglia col sole. La deviazione di oggi ci porta all'abbazia di Fontvraud, il più grande complesso monastico dell'occidente cristiano: è ormai soltanto un monumento da visitare, gli antichi dormitori sono adibiti a spazi espositivi, peccato non ci siano più religiosi che lo rendano vivo, mi resta un senso di delusione.

Saumur




Il percorso principale ora abbandona le rive della Loira e si inerpica, con una salita breve e impossibile su una zona collinare dove attraversiamo a saliscendi filari di vigne pregiate: Giuliana conclude che la ciclabile della Loira non è tutta in piano come preventivato e comunque, quando è in piano, c'è il vento contro.

sosta di contemplazione

Il castello di Saumur è in posizione panoramica magnifica: restiamo distesi sul prato a contemplare il pigro scorrere del fiume, le arcate dei ponti, gli isolotti; i tetti di Saumur risplendono al sole del giorno di festa.

La tappa si conclude a Bessé, frazione rurale di Le Thoureil. L'accoglienza è in una casa di campagna, l'esterno è rustico non particolarmente curato, la scala in pietra è sconnessa, ma appena entriamo nella camera al primo piano restiamo incantati: è arredata con un gusto squisito, il pavimento in cotto con due tinte pastello, richiamate dalle tende e gli abat-jour, le antiche travi a vista. Giuliana si domanda, mentalmente, chi sia l'architetto.
M. Plagne ci offre un tè in giardino, con un'attenta scelta di miscele. C'è da restare a filosofare sulla bellezza della vita.




Le Thoureil - Angers
La colazione ci è servita nella sala padronale, insieme a ciclisti francesi. Anche qui il gusto dell'arredamento non si smentisce: per Giuliana è la casa dei sogni.

sulla Loira a Le Thoureil

Il percorso sulla Loira adesso è magnifico: piccoli paesi, con le case in pietra, affacciati sul fiume che indugia tra gli isolotti e i banchi di sabbia, dividendosi in tanti rami; le rive boscose, popolate di uccelli acquatici, le piccole barche dei pescatori. Ormai lontani dai castelli più famosi e dalle folle vocianti dei turisti, è sempre più il fiume il protagonista silenzioso del nostro viaggio.

sulla Loira a Le Thoureil

Facciamo ancora una deviazione per raggiungere Angers. La città è grande e molto ben organizzata per muoversi in bici, l'area pedonale del centro è molto ampia e rende molto gradevole la visita. Angers è il capoluogo dell'Anjou, italianizzato in Angiò, da cui partirono gli angioini che regnarono a Napoli.

St. Mathurin




Ceniamo con il menù rituale: galette, crèpes e una bottiglia di sidro dolce. La galette, in fondo, è l'idea bretone della pizza: l'impasto a base di grano saraceno viene cotto come una crèpe e sopra puoi metterci quello che vuoi; i francesi privilegiano i formaggi, ottimo quello di capra, ma c'è anche la variante "italiana" con pomodoro e mozzarella.

Angers

Ci affacciamo sulla terrazza panoramica con una bella vista sulle rive del Maine e la città nuova; alle nostre spalle l'imponente mole del castello... somiglia un po' al Maschio Angioino.










Angers – Le Marillais
un'ansa di quiete
Lasciamo Angers lungo la riva destra della Maine, attraverso un grande parco pubblico, fino alla confluenza con la Loira. Si susseguono piccole rade tra il verde dei boschi, di fronte numerosi isolotti. Il paesaggio è incantevole, ci chiediamo se è la più bella pista ciclabile che abbiamo mai fatto: Giuliana fa il paragone con la dolcezza del Danubio, io con l'austera suggestione della foresta di Muritz.

l'azzurro delle finestre


Il percorso attraversa, da un'estremità all'altra, l'isola di Chalonnes, la più grande della Loira, undici chilometri di lunghezza. Pedaliamo in un verde abbagliante, nel silenzio assoluto, roba da perdere la cognizione di dove ti trovi, che ci stai a fare, che giorno è. Incontriamo padre e figlio in barca, bambini che rincorrono un pallone, minuscoli villaggi; le case sono in pietra bianca, le imposte sono azzurre, lo stesso azzurro riflesso dalla Loira alla luce dell'estate.

l'azzurro della Loira

Torniamo sulla terra ferma e l'incanto svanisce: il percorso prende per la campagna con una strada dritta e tutta controvento. Aspettiamo con ansia di intravedere qualche novità sulla nostra traiettoria: una curva, un bosco, un centro abitato, qualunque cosa che alteri questa sensazione di pedalare contro un muro.



Le Marillais - Nantes
ponte sulla Loira
Lasciamo Le Marillais sotto la pioggia; poco dopo smette, esce il sole e ricomincia il vento. Quasi quasi preferivo la pioggia.
Passiamo la Loira su un lungo ponte, per raggiungere Ancenis: il vento è laterale, preferiamo scendere e spingere la bici sul marciapiede, per paura di cadere. Il paese è piccolo, poche persone si aggirano per le vie, non troviamo da mangiare, in centro c'è solo la boulangerie con l'immancabile baguette.


sosta sidro
A Oudon si ripete la stessa scena: la tranquillità di questi luoghi comincia a diventare eccessiva. Ci rassegniamo a prendere dei panini già pronti. L'attraversamento del lunghissimo ponte ci costringe, nuovamente, bici alla mano.

La stanchezza ci coglie a pochi chilometri dall'arrivo: ci fermiamo ad un gabbiotto per prendere una bottiglia di sidro. Ormai è una droga.



castello di Nantes



Nantes è una città grande, ma l'approccio per il ciclista è semplice: sui grandi viali c'è sempre una corsia per le bici.





sul ponte levatoio






vicolo di Nantes


Il castello non ha la grazia ricercata delle dimore nobiliari, ma l'eleganza imponente dell'opera di difesa, probabilmente per ripararsi gli attacchi che venivano dal mare. Alle spalle si apre il centro storico, una vasta area pedonale che la sera pullula di locali: noi troviamo la solita crepèrie che più ci si confà.




Nantes – St. Nazaire
la Loira a Nantes
Usciamo attraverso una periferia urbana a cui non siamo più abituati e che ora ci infastidisce un po'. Poco alla volta il paesaggio riprende la sua piacevolezza rurale. Purtroppo a Coueron siamo costretti ad abbandonare l'itinerario segnato: qui il percorso della Loire à vélo torna sulla riva sinistra per raggiungere l'oceano a St. Brevin Les Pins, ma poi non c'è più nessuna possibilità di tornare sulla riva destra se non tornando indietro.


alla foce della Loira

Decidiamo di raggiungere St. Nazaire in treno. Abbiamo però ancora il tempo di un'ultima pedalata sulle rive dell'oceano. Questa dovrebbe essere una località turistica, dico sembra perché c'è una temperatura che in Italia non invita certo ad andare al mare; qui invece fanno anche il bagno, noi ci limitiamo a bagnare i piedi in un'acqua che ci sembra fredda e sporca. Superato il faro, invece, c'è l'oceano che ti aspetti: ruvide scogliere battute dalle onde.


il faro
la spiaggia sull'Atlantico


lungomare di St. Nazaire



Tornando indietro ci accorgiamo di quanto sia salita la marea, il mare è avanzato di decine e decine di metri, ricoprendo scogli e spiagge. Centelliniamo le ultime ore di luce, da domani la Loira sarà solo un ricordo.







Informazioni pratiche.
Il percorso ciclabile della Loira si svolge su pista ciclabile e, per lunghi tratti, su strade a scarsissimo traffico; è ben segnato da Orléans all'Atlantico. Comprese le deviazioni per i vari castelli, è lungo circa 500 chilometri che abbiamo percorso in dieci giorni. A questo momento (estate 2008) il percorso non è ancora ben definito tra Chaumont e Tours: noi abbiamo percorso pochi chilometri su statale, riscontrando un'assenza totale di traffico pesante e un grande rispetto da parte degli automobilisti francesi; da Chenonceau a Tours abbiamo preso il treno. L'itinerario segnalato termina a St. Brevin les Pins, sulla riva sinistra dove peraltro non c'è modo di tornare indietro in treno, né di passare il fiume se non su un ponte, stretto e a forte traffico, assolutamente sconsigliabile; perciò siamo rimasti sulla riva destra e abbiamo terminato il viaggio a St. Nazaire.
Per chi legge almeno un po' di francese, è consigliabile l'acquisto dell'ottima guida "La Loire à vélo" di Michel Bonduelle, edizioni Ouest France, www.edilarge.fr
Informazioni utili anche sul sito ufficiale del percorso www.loire-a-velo.fr
A causa del vento, persistente in senso contrario, penso davvero che sia conveniente fare il percorso nella direzione opposta, dal mare ad Orléans, rinunciando alla logica di finire il viaggio dove anche la Loira si getta nell'oceano.
Riguardo al viaggio, abbiamo raggiunto Parigi in treno, smontando le bici e portandole in cuccetta. In Francia, invece, è possibile trasportare le bici montate, gratuitamente su quasi tutti i treni; purtroppo ciò non è consentito sul TGV e ciò ci ha costretto ad un lunghissimo viaggio di ritorno da St. Nazaire a Parigi, con due cambi.
I pernottamenti in Chambre d'Hotes (i francesi non usano il termine B&B) sono stati tutti buoni, qualcuno davvero eccellente, ad un prezzo sempre contenuto, in genere sotto i 25 euro a persona. Gli ostelli dove abbiamo dormito (Tours e Angers), invece, sono da sconsigliare assolutamente.
Per organizzare il viaggio e i pernottamenti sono utili i siti turistici della regione Centre (www.visaloire.com) e della regione Pays de la Loire (www.enpaysdelaloire.com)
Lunghi tratti del percorso sono immersi nella campagna, lontano da qualsiasi centro abitato dove non è sempre facile trovare da mangiare o far riparare la bicicletta: è opportuno far si da rendersi autonomi da questo punto di vista.






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