La Route Mittelland, da San Gallo a Ginevra
Agosto 2007

di Piero Lancia
piero.lancia@caifrosinone.it

sull'intercity svizzero
Per questo nostro viaggio in bici attraverso la Svizzera, abbiamo scelto l'itinerario nazionale numero 5, la Route Mittelland. L'itinerario collega Romanshorn, sul lago di Costanza, a Losanna, sul lago di Ginevra. Decidiamo di fare due piccole varianti: poiché conosciamo già il lago di Costanza in bici, partiremo da San Gallo; prolungheremo, poi, il nostro itinerario fino a Ginevra dove prenderemo l'aereo che ci riporterà a casa.
Siamo in tre: con me c'è Giuliana, mia moglie, e Giacomo il nostro terzo figlio, l'unico che ancora fa le vacanze con i genitori poiché ha soltanto quattordici anni, ancora da compiere.

San Gallo    
San Gallo
San Gallo ci accoglie con un tempo freddo e piovoso: abituati al caldo estivo dell'Italia ci sentiamo subito paralizzati. Una cioccolata calda ci rimette in sesto.
Visitiamo l'abbazia e la famosissima biblioteca, patrimonio mondiale dell'UNESCO. Consigliabile anche una bella passeggiata per le vie del centro, chiuse al traffico, con vetrine bellissime.



partenza da San Gallo
Pernotto in ostello, confortevole. Il telegiornale trasmette le immagini dell'alluvione che ha appena colpito la Svizzera, anche nelle zone attraversate dal nostro itinerario: siamo un po' preoccupati. Le previsioni per i giorni prossimi sono sul variabile. Staremo a vedere.

la prima salita


















San Gallo - Wil   
paesaggio della Turgovia
Percorriamo la ciclabile regionale 55 fino ad Hagenswil, dove imbocchiamo la nazionale numero 5. Le dolci colline della Turgovia sono punteggiate di alberi da frutta: ci fermiamo davanti ad un banchetto che vende mele, prugne, frutti di bosco; non c'è nessuno: lascio pochi franchi nella cassetta e prendo una vaschetta di pere. Ci sono anche i palloncini in omaggio. Mi viene da ridere a pensare che fine farebbero in Italia i soldi nella cassetta, le vaschette di frutta e i palloncini.

paesaggio della Turgovia
Le bici filano tra il verde brillante dei prati e il verde cupo dei boschi di conifere, una doppia curva in discesa farebbe la felicità di qualsiasi ciclista.

Wil ha un aspetto moderno ma racchiude al suo interno un piccolo "cuore" antico, la città vecchia. Il pernotto è in B&B a Munchwilen, a pochissimi chilometri: una casa di inizio '900 con il suo fascino ma non del tutto confortevole.



Wil - Winterthur      
La prima colazione si presenta con un ricco assortimento di formaggi svizzeri che apprezzo moltissimo. Piove. La signora ci dice che uscirà il sole: per incoraggiarci o per togliersi di torno i ciclisti italiani che cominciano a diventare ingombranti? Viaggiando attraverso la campagna si incontrano molte fattorie: per due volte troviamo riparo dalla pioggia.

Lungo il corso della Töss il percorso è scorrevole e gradevole: prati, boschi, casette graziose, quando passa il treno sembra di stare dentro un plastico di modellismo ferroviario.

Winterthur
Winterthur ha un centro storico grande, riservato a pedoni e bici: si ammirano tanti bei scorci particolari e molti bei negozi. La ciclabilità in genere è davvero ottima e tutti usano la bici. Cena all'aperto in un bel viale con due file di platani e delle belle finestre affacciate sulla strada. Finalmente il sole.

Il pernotto in un B&B da dimenticare, pochi chilometri fuori del centro.



Winterthur - Baden   
Pochi chilometri dopo la partenza, una salita durissima (800 mt al 17%) ci costringe a scendere e spingere, poi un lungo tratto in dolce discesa ci rasserena. Si passa accanto all'aeroporto di Zurigo, poi due strappi in salita ci riportano in un ambiente totalmente agreste: la piacevole discesa e la giornata di sole rendono la giornata idilliaca. Il nostro percorso si popola di una folla eterogenea di gitanti di ogni età: approfittano del giorno di festa per lasciare la città in bici e godersi qualche ora in campagna o in riva al fiume.

Baden
Baden ci accoglie con un antico ponte in legno sul Limmat, un centro storico medievale ben conservato e i nuovi quartieri termali, costruiti nell'Ottocento sul luogo delle antiche terme, già ben conosciute dai Romani che fondarono qui la colonia di Aquae Helveticae. Il bagno in queste acque minerali caldissime è una sensazione di riposo e di oblio dal mondo. Dopo la pedalata di oggi è quello che ci voleva. Ripercorriamo il lungo fiume, all'ombra di grandi platani. Il centro storico è su in alto, sulla collina; c'è, però, un bellissimo ascensore tutto vetri a vista che ci porta su insieme alle biciclette.

Baden
L'alloggio è in ostello, pulito e ben organizzato.













Baden - Stüsslingen   
sosta a Brugg
Un percorso a saliscendi, poi un piacevole falsopiano, sulla ciclabile, nel bosco, a fianco della strada. Brugg ha un bel parco, molto grande, con vestigia romane. Qui una chiesa conserva le più belle vetrate dipinte della Svizzera: oggi però è lunedì, giorno di chiusura.
lungo l'Aare
Ora il percorso risale il corso dell'Aare: è appena passata l'alluvione e la ciclabile è invasa di sabbia e detriti. Le acque lambiscono minacciose le rive, per fortuna il tempo è bello.




Aarau
La via centrale di Aarau è molto suggestiva, caratterizzata dai tetti sporgenti, decorati con i simboli delle arti e mestieri delle corporazioni medievali.

Abbiamo prenotato il pernotto presso la fattoria Gugenhof: il B&B è tutto occupato e ci hanno proposto il "Gartenhaus", piccola dependance in giardino. Già arrivare quassù, al culmine di una lunga salita, è stato faticoso; la calorosa accoglienza rurale che ci aspettavamo si è tramutata in una cena a base di pasta scotta, servita con una malagrazia appena celata; la casetta non è arredata e non esattamente pulita; il bagno è in un container, fuori, sul prato. L'unica consolazione è stata condividere la nostra sorte con una coppia di ciclisti lombardi che ha trovato posto in casa e una veneta che invece è finita a dormire nel pagliaio. Il posto, forse, è anche bello ma preferiamo dimenticarlo il prima possibile.

sul ponte di Olten


Stüsslingen - Solothurn   
Dopo la deviazione, riprendiamo il nostro percorso ad Olten: altro bel ponte in legno. Seguiamo sempre il corso dell'Aare verso monte, con diversi strappi in salita.

Solothurn
Solothurn ci appare davvero come la città fiabesca dai tetti dorati, come la definì Carl Spitteler. Ci affacciamo dalla nostra stanza sulla strada lastricata e i tavolini di un caffé; al di là, il nastro argenteo dell'Aare. Mille finestre si affacciano sulle viuzze del centro; la cattedrale di Sant'Orso splende coi suoi marmi bianchi al sole del pomeriggio: il suo stile neoclassico smussa le linee verticali delle torri che svettano sui tetti spioventi e sugli abbaini.
Solothurn
La via centrale è come un grande salotto: le persone si incontrano, si salutano, restano a chiacchierare ai tavolini di un caffé. Nelle vie laterali, nelle piazzette nascoste, si sente l'allegro brusio della gente e il gorgogliare della immancabile fontana.

Pernotto in hotel per ciclisti, discreto, anche se col bagno sul corridoio: spendiamo appena l'equivalente di 2 euro in più della fattoria: non c'è paragone.


Solothurn - Biel/Bienne      
Solothurn
Ferragosto di sole. Il percorso si snoda, adesso, lungo strade che tagliano diritto per una campagna verde, punteggiata dalle macchie gialle dei girasoli, tra il corso dell'Aare e il profilo montuoso del Giura: finalmente ci godiamo la prima tappa davvero pianeggiante. Questa vasta pianura che stiamo attraversando fu bonificata nell'Ottocento, abbassando il corso dell'Aare; poi, negli anni '50 del secolo scorso furono reintrodotte le cicogne, che hanno ormai colonizzato questi prati umidi: ci fermiamo a guardarle per un po', in lontananza, dal ciglio della strada.

Ci fermiamo a Biel (Bienne per i francesi) dove troviamo alloggio al Lago Lodge, specie di ostello ma col bagno in camera. La tappa è stata breve, troviamo il tempo per andare alla spiaggia e fare il bagno al lago. Andiamo in centro in bici: Biel ha l'aspetto della grande città, moderna, con una vasta zona pedonale, gradevole da girare in bici. La Altstadt, la città antica è un pezzetto di paese medievale: il negozio di bambole sembra avere cent'anni.

A Biel passiamo una frontiera, dai contorni sfumati, quella tra la Svizzera di lingua tedesca e quella francofona: la ragazza dell'ostello parla un francese stentato, alla fine preferisce rivolgersi a noi in italiano; nel negozio di orologi, dove Giuliana me ne dona uno per il compleanno, la proprietaria parla invece un francese amabile e premuroso.
Biel - Gampelen   
Berna
Lasciamo le valli degli affluenti del Reno, che abbiamo seguito fino ad adesso ed entriamo nella regione dei laghi. Le bici costeggiano ora la sponda meridionale del lago di Biel; sul versante opposto, esposto a mezzogiorno si allineano filari di vigneti pregiati. La giornata uggiosa ci suggerisce di fermarci a Gampelen, dove troviamo un buon alberghetto, e fare una deviazione, in treno, per visitare Berna.
Il centro è tutto raccolto nell'ansa dell'Aare, sotto i portici tanti bei negozi, sotto la torre dell'orologio un capannello di turisti per vedere il carillon che gira al tocco delle ore.

Torniamo contenti mentre il cielo va sgombrandosi dalle nubi e si colora alle ultime luci del giorno.

Gampelen - Yvonand      
Neuchatel
Deviamo dalla ciclabile numero 5 per visitare Neuchatel, affacciata sull'omonimo lago.

Neuchatel
La felice esposizione a sud e un clima più mite le conferiscono un clima mediterraneo: nelle vie a ridosso del porto si trovano piccole mescite di vino, le linee dei palazzi richiamano quelle forme neoclassiche che mi ricordano i quartieri ottocenteschi di Roma.

lungolago di Estavayer Le Lac
Ci imbarchiamo per raggiungere l'altra riva del lago e riprendere il nostro percorso. Vista bellissima su entrambe le rive. Estavayer Le Lac ha le sue torri medievali, il piccolo museo delle rane impagliate e un bel lungo lago tutto prati e giardini fioriti.

La tappa termina a Yvonand, dove troviamo alloggio nel confortevole B&B della famiglia Rebeaud, molto cordiale e ospitale. Cena al ristorantino del porto, bella luce pomeridiana, bella vista sul lago.


porto di Yvonand



Yvonand - Yverdon Les Bains   
La signora Rebeaud ci serve un'ottima colazione: c'è anche il croissant, qui sono francesi.

Dieci chilometri filati a 20 di media fino a Yverdon Les Bains: qui decidiamo di fermarci per fare una giornata di riposo alle terme. Oltre il bagno alle terme, estremamente rilassante, la cittadina offre un centro storico carino e il solito, bellissimo, verdissimo, lungolago.
i menhir di Yverdon Le Bains


Una curiosità da vedere è il parco dei mehnir, questi misteriosi e inquietanti monoliti, posti qui dai tempi preistorici. Prendiamo un tè e un babà in una boulangerie del centro: la signora ha due simpaticissimi figli di colore, di pochi anni, che la aiutano, o perlomeno ci provano, perché vogliono chiudere in fretta e andarsene a casa.






Yverdon Les Bains - Losanna   
Le colline tra Yverdon, all'estremità sud-ovest del lago di Neuchatel, e il lago di Ginevra hanno infranto il sogno di realizzare una via fluviale di commerci tra il mare del Nord e il Mediterraneo ed evitare, così, le rotte per mare, infestate dai pirati; il progetto di realizzare un canale di collegamento tra il Reno e il Rodano fallì proprio qui, per il numero troppo alto di chiuse che si rendevano necessarie.

Losanna
Sono proprio queste colline il prossimo ostacolo sul nostro cammino. Superiamo la prima, dolce salita di La Sarraz, risaliamo ancora fino a Lussery e ci tuffiamo in una discesa ripida e assolata, costeggiamo il fresco di un bosco e riprendiamo lentamente a salire verso Gollion: stavolta la strada s'alza davanti a noi sempre più ripida. Scorgiamo finalmente le prime case del paese e il cartello rosso che ci dice di svoltare a sinistra, in discesa! Assaporiamo la dolce sensazione di scollinare, dei muscoli e dei pensieri che si distendono. Dietro la curva si spalanca il panorama del lago di Ginevra e delle Alpi: il mio cuore di montanaro ha un sussulto di gioia. Ora planiamo verso Losanna.

Losanna
L'ostello è vicino al lungolago: una distesa di parchi pubblici, impianti sportivi, prati, alberi di alto fusto: facciamo una passeggiata che è un vero lusso.

L'indomani ci concediamo una giornata di riposo: nel senso che non pedaliamo, perché ci arrampichiamo, a piedi, fino alla cattedrale, bellissima, nel cuore della città vecchia.





Losanna - Ginevra      
Ginevra - sotto il Jet d'Eau
La tappa è lunga 68 chilometri con molti saliscendi, per di più piove da un cielo compatto di nuvole grigie. Per risparmiare almeno una ventina di chilometri bagnati, prendiamo il battello fino a Rolle. Qui imbocchiamo la ciclabile nazionale numero 1 (Rodano); il percorso si mantiene sempre lontano dalle rive del lago, con frequenti saliscendi. Nei paesi che si attraversano ci sono cantine e mescite di vino. Quando lo sguardo si affaccia sul lago, si intravede, là in fondo, il Jet d'Eau, l'altissimo "zampillo", simbolo di Ginevra da oltre un secolo.

Ginevra - il pont Mont Blanc
Alloggiamo nell'ostello, davvero buono. Abbiamo ancora il tempo di una visita alla città: il nostro aereo è prenotato per domani. Dietro i giardini affacciati sul lago, dietro le strade moderne splendenti di orologi e banche, c'è ancora una Ginevra medievale. Nelle strette vie che salgono verso il cuore antico della città, ci sono librerie antiquarie, caffé coi tavolini all'aperto, piccole botteghe artigiane. La cattedrale di Saint Pierre è spoglia e solenne, nelle altissime linee gotiche; c'è soltanto un modestissimo altare in legno a cui fa da corona un piccolo cerchio di luci; tutto il resto è pietra nuda, silenzio e raccoglimento: è questo il dettato della dottrina protestante.

L'ultima sensazione che ci lascia il nostro viaggio è la facilità di trasporto durante il viaggio di ritorno: l'intermodalità bici - treno - aereo funziona perfettamente, finché siamo in Svizzera...

Ginevra - il Jet d'Eau






Informazioni pratiche.
L'itinerario è tutto ben segnalato, sempre su piste ciclabili o strade a traffico molto basso; la guida ufficiale, che si può acquistare sul sito www.svizzera-in-bici.ch, in lingua francese (o tedesca), ha cartine precise e informazioni turistiche interessanti, oltre alla lista dei posti dove dormire convenzionati con "La Suisse à Vélo".

Abbiamo percorso circa 500 chilometri in dieci giorni più due di riposo; le tappe non sono state mai lunghe ma sempre con qualche dislivello, più o meno pronunciato. Si può percorrere lo stesso itinerario agevolmente in un paio di giorni in meno: ma perché rinunciare ad un pomeriggio alle terme o in pasticceria, a visitare l'abbazia di San Gallo o la cattedrale di Losanna, a girovagare per le strade di Solothurn?

Abbiamo fatto il viaggio di andata in treno, con le bici smontate sotto le cuccette, fino a Zurigo; rimontate le bici abbiamo preso un intercity, con trasporto bici, fino a San Gallo. Al ritorno abbiamo preso un volo low-cost con trasporto bici al seguito.

Gli alberghi sono abbastanza cari. Abbiamo pernottato in ostello (www.youthhostel.ch), in B&B (www.bnb.ch), in qualche alberghetto per ciclisti, sempre ad un prezzo tra i 30 e 50 franchi per notte con prima colazione (equivalenti a 20 - 30 euro). È consigliabile prenotare in anticipo gli ostelli, via internet, per evitare di trovar posto soltanto in camerate a più letti. Per il resto si trova posto senza difficoltà.

Per il mangiare sono utilissimi i punti vendita "pronto coop" aperti tutti i giorni, festivi compresi, fino alle 22. Rifornirsi di acqua è la cosa più semplice: c'è sempre una ottima fontanella lungo la strada.







riportami su
la cartina e le bandiere dei cantoni sono state rielaborate da
"La Suisse à vélo - Guida ufficiale dei percorsi - volume 5"


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